Engjell I. Berisha, nato il 17 giugno 1962 a Korenica, Gjakova, Kosovo. Ha finito la scuola elementare nella sua città di nascita, mentre quella secondaria a Mitrovica. È laureato in lingua e letteratura albanese pressol’Università di Prishtina, invece gli studi post-laurea li ha finiti nella città di Zara in Croazia, dove ha conseguito un Master in Scienze dell’Informazione e Bibliotecario.
Il suo primo libro “Il giorno con la luna e con la sposa“, vienepubblicato nel 1989, proseguendo poi con alcune raccolte di poesie.
Nel 1993 ha fondato la rivista letteraria “Gazzetta Letteraria“, in qualità di caporedattore. Dal 1991 fa parte della dirigenza del teatro amatoriale di Gjakova.
Nel periodo 1995-1999 ha lavorato da giornalista, precisamente presso il quotidiano “Il Mondo Oggi” e nel settimanale “L’Eurovoce”. Nel 2002 è stato eletto presidente del club letterario “Gjon Nikole Kazazi” di Gjakova, un club fondato nel 1964. Come attività culminante di questo club è l’organizzazione del più grande evento letterario, il Meeting della Poesia. Nel 2012 è stato eletto membro del Consiglio professionale per il teatro di Gjakova. Engjell I. Berisha rappresenta i poeti della generazione degli anni ’90, per cui i critici affermano che le suepoesie rientrano nel mondo della generazione più giovane dei nostri scrittori, cioè il più giovane di tutti.
È presente anche nel Dizionario Enciclopedico pubblicato dall’Accademia delle Scienze del Kosovo nel 2017.
Dal 2000 lavora e gestisce la biblioteca pubblica di Gjakova “Ibrahim Rugova”.
Libri pubblicati
Libri in altre lingue
Pubblicazioni in antologia mondiale
Poesia
Engjëll I. Berisha
Nel tempio della preghiera si perdonano i peccati
in ginocchio cadevo per il pentimento dell’amore
e per l’avidità
per le strade che si incrociavano in orizzonti
freddi
per la colpa che mi prende senza avere colpa
inchiodati rimangono solo i peccati della bramosia
mi confessavo per quel che ho fatto all’icona
pesa sul muro con il volto verso il cielo
triste traballava l’icona e la mia solitudine
nel tempio riempito di pensieri distrutti
non sapevo qual è il peccato più piccolo
e la verità più grande al di là
della lussuria e della pace
al di là dei desideri egoistici
al di là della luce e delle tenebre
la voce della preghiera oltre le tapparelle
m’ha risposto teneramente come se parlasse l’icona
“La natura peccatrice combatte contro lo spirito
e lo spirito si difende contro la natura peccatrice”.
( Dalla filosofia).
La natura peccatrice e gli uccelli vigorosi
vanno dove vogliono
tutti combattiamo contro l’uno e l’altro
e intoccabile non lasciamo nemmeno la natura.
Molteplice inganno
Il tempo della genetica moderna
ha copiato il volto
lo ha fatto simile con tutte le creature
lo ha moltiplicato, cresciuto e lo ha
fatto circolare trasparente e con corna, senza confini
come lo volete
volti quanti ne volete
senza lineamenti, senza rughe, senza sangue
il volto è come tanti,
il genere non ha immportanza.
Il seme della genetica
della paternità
si produce nei laboratori degli intrighi
o della scienza moderna
che alla fine non si dà alcun importanza
poiché alla fine… volto è!?
La Beatitudine eterna
Il mio passato
vivo la mia intimità, intuito e credo veda
il giardino dell’Eden di fronte alla mia casa
gli alberi vivi e le statue di morte
sono per loro senza la mia geografia
coperti dalla polvere del tempo
adesso albeggia e il mio segno si vede
da lontano
dall’Occidente dove il sole dorme più a lungo
e riscalda le coperte delle mie braccia
il mio segno si legge in tutte le lingue del mondo
il bianco in nero spaventa
è tormento il sonno del silenzio
il chiaro del giorno rischiara il mio oggi
il corpo di una creatura conosce l’odore del suo padrone
anche la maestria dell’eroe
di là dove il mio Signore mi vide camminare
verso il giardino senza il recinto e senza la bestia
Iddio lo avevo nel libro
e senza la favola della storia tutto ciò ch’è accaduto
il tempo arcaico e le strade coperte dei sassi da terremoti
e di più perché
lo spirito non muore anche quando gli dei tacciono
e la morte ne duole
il dito di Dio mi ordinò, mi disse conosci te stesso
la massima di Socrate conoscere se stessi
poiché il sé non ti lascia mai solo.
IL PADRONE GIALLO-28
È venuto e mi ha vestito lo spirito
con muri di fango. Ho trattenuto il respiro
e Dio disse: otto volte, impara ad usare la punta digrafite
leggi sulla tua pelle il testamento disegnato
dove sta scritto quello che mangerai tu
non lo può mangiare la bestia
il padrone giallo
otto volte dalla sua linfa nera
con forgia e fuoco modellò la razza senza tribù.
Mi fermai davanti alla finestra d’occidente giovane
per farmi vedere la testa da lontano
da quelli che su di me prendono la mira.
La finestra occidentale
Il padrone giallo
non cambiò le sue parole
mi vendeva all’asta e mi riacquistava lui stesso
mi metteva scarpe con le punta dall’Oriente
con la testa verso l’ululato dei lupi
io da solo con la mia ombra
l’unico rifugio nell’antichità dei boschi
misuravo la terra con il palmo dell’occhio
e della mente
insieme a Ulisse per le vie del mare.
Il Padrone giallo per
la mia razza, i miei antenati, la lingua viva
dalla linfa nera tirava fuori la mia bara
la linfa nera e l’acqua scura
l’ho bevuta
come porzione della vecchia storia
la polvere d’oro e il testamento
li ho tenuti nella bisaccia di mio padre.